(March 5, 1922 – November 2, 1975)
Il dí da la me muàrt
Il giorno della mia morte
...se il chicco di grano, caduto
in terra,non morirà, rimarrà solo,
ma se morirà darà molto frutto
(San Giovanni, Vangelo 12.24 - Citato
da Dostoevskij)
In una città, Trieste o Udine,
per un viale di tigli,
quando cambiano colore
le foglie.
uno è vissuto,
con la forza di un giovane uomo,
nel cuore del mondo, e dava,
a quei pochi uomini che conosceva,
tutto.
Poi, per amore di quelli che erano ragazzetti,
come lui,
– fino a poco prima
che sul suo capo le stelle
cambiassero la loro luce –
avrebbe voluto dar la sua vita
per tutto il mondo sconosciuto
– lui, sconosciuto, piccolo santo,
granello perduto nel campo.
E invece ha scritto poesie di santità,
credendo che così
il cuore gli si ingrandisse.
I giorni sono passati
a un lavoro
che ha rovinato la santità
del suo cuore:
il granello non è morto,
e lui è restato solo.
...se il chicco di grano, caduto
in terra,non morirà, rimarrà solo,
ma se morirà darà molto frutto
(San Giovanni, Vangelo 12.24 - Citato
da Dostoevskij)
In una città, Trieste o Udine,
per un viale di tigli,
quando cambiano colore
le foglie.
uno è vissuto,
con la forza di un giovane uomo,
nel cuore del mondo, e dava,
a quei pochi uomini che conosceva,
tutto.
Poi, per amore di quelli che erano ragazzetti,
come lui,
– fino a poco prima
che sul suo capo le stelle
cambiassero la loro luce –
avrebbe voluto dar la sua vita
per tutto il mondo sconosciuto
– lui, sconosciuto, piccolo santo,
granello perduto nel campo.
E invece ha scritto poesie di santità,
credendo che così
il cuore gli si ingrandisse.
I giorni sono passati
a un lavoro
che ha rovinato la santità
del suo cuore:
il granello non è morto,
e lui è restato solo.
Halálom napja
...ha a búzaszem nem hull
a földbe, és nem hal el, egymaga
marad, de ha elhal, sok termést hoz.
Szt. János Evangéliuma 12.24.
(Dosztojevszkijtől idézve)
Trieszt vagy Udine városában,
egy hársfasor alatt,
mikor levelek varázslatában
megérkezik a tavasz...
fiatalon
és erősen ott élt valaki bent
a világ szívében,
és a keveseknek, akiket
ismert, mindent odaadott.
Később a hozzá hasonló szép
fíúk szerelméért
– épp csak mielőtt még
új fényt szórtak volna
rá a csillagok –
az egész ismeretlen világnak
akarta volna adni életét,
ismeretlenül, kicsi szentként: ő,
mezőbe elhalt búzaszem.
És a szentségről írt
ehelyett verseket,
mert azt hitte, hogy így
szíve majd nagyobb lesz.
Olyan munkában múlt
az élet, mely kiölte
szentségét szívének:
a búzaszem nem halt el,
és ő egyedül maradt.
___________
[Pier Paolo Pasolini: Egy halott énekei (Ciants di un muárt)
Vál., ford., és az utószót írta Parcz Ferenc
Új Mandátum Könyvkiadó, 1994] Vál., ford., és az utószót írta Parcz Ferenc
Source: Corbis
